Scienziatodelcibo

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Non fidarti di un nutrizionista magro!

Non fidarti di un nutrizionista magro!

Ricordo più volte in occasione di seminari o convegni, qualche nutrizionista, “esperto” o testimonial, sparare a zero contro i carboidrati.

E ricordo, qualche tempo fa, dopo un seminario, uno dei relatori, un esperto nutrizionista che demonizzava i carboidrati come il male del secolo.

Lo stesso che poi a cena, nel ristorante dell’Hotel, si gustava tranquillo il suo piatto di spaghetti, mentre inteloquiva con i suoi commensali, probabilmente continuando a descrivere i benefici delle diete chetogeniche. E che apprezzasse quel piatto di spaghetti, lo si poteva notare anche dal suo girovita, non proprio da esempio.

Mi sarebbe piaciuto avvicinarlo e chiedergli se per caso quello che predicava valesse solo per gli altri; se per caso lui si sentisse esente o esonerato da quelle regole che raccomandava a noi altri comuni mortali.

Chiaramente il titolo di questo post è volutamente provocatorio.

Non fidarti di un cuoco magro! E’ un detto diffuso nell’ambiente dei master chef, che il famoso chef internazionale Gordon Ramsey ha ripreso per confutarlo.

Secondo lui un bravo chef non deve dare l’idea di ingozzarsi di qualsiasi cosa. Dovrebbe mostrarsi sobrio, in forma, non approfittare delle tentazioni della cucina, non mangiare nè prima nè dopo, ma assaggiare tutto.

E’ chiaro che io diffiderei di un nutrizionista con la pancia. Se non sono io il primo a dare l’esempio, a credere in quello che predico, come posso sperare che le persone si fidino di me come nutrizionista?

Non riesco a stare a dieta

Io non ho nulla in contrario alla dieta chetogenica; la propongo, ma in maniera controllata o intermittente (Chi ha provato il digiuno intermittente?), e comunque senza restrizioni rigide ed estreme.

Ho spesso letto negli occhi delle persone che si sentono sentenziare certe restrizioni - “fallo tu!” oppure “perchè non la segui anche tu questa dieta, se ritieni sia così salutare?”.

Una dieta troppo rigida, con troppe restrizioni, non è sostenibile a lungo termine; non mi stancherò mai di ripeterlo. Inoltre le persone, oltre che delle regole e dei consigli alimentari, hanno bisogno di aiuto, di supporto.

Lavoro da vent’anni nel mondo degli alimenti e della ricerca, ma il nutrizionista l’ho sempre fatto per me, per parenti e amici; da un pò di tempo sto progettando di lasciare il mio lavoro dietro le quinte e ho cominciato a lavorare con le persone.

In questi anni ho sperimentato sempre su me stesso le conoscenze che ho appreso. Grazie al mio lavoro ho imparato a non basarmi solo sugli studi accademici.

Facendo ricerca e sviluppo, ho imparato a leggere gli studi clinici ed epidemiologici, ho capito come vanno interpretati i dati statistici che ne derivano e distinguere gli studi di qualità da quelli poco significativi.

Negli anni ho sperimentato tipi di alimenti, tipi di diete, cosa funziona e cosa no, ma soprattutto perchè una cosa funziona, e spesso questo dipende molto dal fatto che mi piaccia o meno.

Mi rendo conto che la mia conoscenza approfondita sugli alimenti, su come sono fatti, il loro impatto sulla salute e poi il mio stile di vita, le mie scelte, mi rendono un esempio di quello che pratico.

Non sono un camice bianco che punta il dito e detta regole; non prescrivo cose che io stesso non farei o nelle quali non credo.

Mi sono reso conto negli anni, avendo conosciuto medici, nutrizionisti, personal trainer, dietologi, naturopati ed esperti in materia, che i risultati non sono dovuti al tipo di dieta o alle regole che prescrivono, no.

I risultati sono correlati al livello di empatia che riescono ad instaurare con le persone. Non è la dieta chetogenica, quella iper-proteica, quella senza questo o con qualcos’altro. Ogni persona ha delle proprie particolarità, e per essere gestite, per produrre un cambiamento, occorre una vera relazione terapeutica.

Con gli anni mi rendo conto, che con il mio vissuto, con quello che pratico ogni giorno, anche su me stesso, nella mia quotidianità, sono diventato quello che faccio.

La mia professionalità è ben identificata nelle mie azioni quotidiane, quando faccio la spesa, quando sono a casa, quando mangio, quando cerco di seguire un corretto stile di vita.

Sono più fiducioso in me stesso e riesco in tal modo a dare fiducia agli altri. Non solo regole, non restrizioni, ma educazione, supporto, relazione e fiducia in ciò che si decide di fare per modificare lo stile di vita.